Nei miei anni da Selezionatrice/Head Hunter ne ho viste di ogni. Da chi mi è caduto sotto la scrivania (non pensate a niente di erotico.. è scivolta indietro la sedia della candidata che si dondolava) a chi mi ha messo sul curriculum le sue misure di seno e lunghezza del piede solo perchè lavoravo nella multinazionale n°1 al mondo di cosmetica (peccato che la posizione fosse per il controllo di gestione) e chi alla mia chiamata di richiesta di un curriculum prima del colloquio mi ha stato chiesto: CV sta per cosa? Che Vuoi?
Credo di aver fatto pausa da quel lavoro perchè quando arrivi a vedere oltre 100 profili su Linkedin ed altrettanti curricula ed a fare 15 colloqui al giorno, ad un certo punto hai bisogno di prendere aria!
Alcune cose di quel lavoro mi mancano altre invece assolutamente no, come la responsabilità di decidere la felicità della gente perché la persona che avevi davanti l’avresti destinata in una mansione piuttosto che in un’altra.
Certo non salvavo vite, non facevo operazioni a cuore aperto ma credetemi la responsabilità era bella grossa. Decidere dove una persona passerà la metà delle sue giornate ne determina la felicità o meno delle stesse e questo l’ho capito quando hanno collocato me nel posto sbagliato.
Un altro motivo che mi ha portato a decidere di puntare su altre doti in mio possesso e non solo sul foglio di carta che avevo conquistato è stata la frase ripetuta di candidati, alcuni poi diventati amici, che mi ripetevano a loop “sei troppo umana per essere una Risorsa Disumana”.
Già, come tutti i mestieri se lo fa la persona sbagliata si rovina l’intera categoria. Se ci si arriva non con il giusto percorso, che per me rimane quello psicologico, e non con quello di chi ha studiato archeologia e poi si è fatto un Master in HR beh… il risultato è Disumano… Si finisce per giocare ad un Tetris forzato e non più a trovare la persona giusta per il posto giusto ma, un tappare lo spazio vacante con il primo pezzo che arriva finchè non finisce il livello.
Attenzione. Nemmeno essere molto umana aiutava. Portarsi a casa i pensieri di chi non lavorava da mesi ed aveva bambini ma dovergli dire no perchè comunque non era la persona giusta, non faceva star bene. E’ necessario come in tutto il giusto mix e quella dose di coscienza ed onestà intelluate che dovrebbe portare le persone a fare il proprio con professionalità anche quando questo implica alzare la mano da dove non si è opportuni.
Almeno una decina di volte al mese mi viene chiesto “tu che sei stata nelle risorse umane, mi dici come faccio a piacere domani al colloquio?”E qui rispondo sempre la stessa cosa: “non esistono risposte giuste a domande sbagliate”. Infatti non chiedetevi mai come farete a piacere ad un selezionatore, non è un appuntamento galante. Deontologia professionale vuole che oltre al ritenere una persona valida di per sè una selezionatore valuti il vostro profilo come idoneo al contesto, al gruppo, al capo ed alla azienda in cui state facendo domanda di assunzione.
Il non essere funzionale ad un organismo come una organizzazione aziendale non vuol dire non essere funzionali tout court. Non c’è la regola magica che ci fa passare tutti i colloqui, tutte le selezioni e far piacere a tutti. Ovviamente tutto questo al netto della professionalità di chi esegue il colloquio e di chi si presenta come candidato.
Spesso superare un colloquio ci ha solo aperto la porta verso un posto in cui ci troveremo malissimo, ne andrà del nostro benessere psicofisico e,ci porterà dove il selezionatore aveva premura di chiudere la selezione per non sentire più il suo capo o il referente di linea e voi quindi eravate solo la scelta ‘meno peggiore’ delle altre.
Io avrei preferito, a fine del tutto, essere stata scartata in posti che invece mi hanno assunto per le motivazioni appena descritte. Quindi non date degli st**nzi ai selezionatori dopo quel no, magari vi hanno ‘salvato la vita’ da un inferno. Se invece son stati proprio st**nzi, diteglo pure.
2 pensieri su “Ma CV sta per ‘che vuoi?’ No, per Curriculum Vitae!”
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